giovedì 16 maggio 2013

L' AMIANTO RESTA LIBERO DI UCCIDERE



ROTTERDAM- L’amianto crisotlito (il cosiddetto “amianto bianco”) non è stato inserito dall’ONU nella lista delle sostanze ritenute nocive per l’uomo. Questo è il triste bilancio della Convenzione di Rotterdam di martedì scorso, in cui per la quinta volta grazie al parere sfavorevole di alcune Nazioni, l’amianto resta “libero” di essere lavorato in diversi Paesi del mondo.
I gruppi in rappresentanza della società civile esprimono una grave preoccupazione: la Convenzione è stata messa sotto scacco dall’industria dell’amianto che non vuole vengano implementate le misure di sicurezza per ambiente e salute previste dalla Convenzione. Pareri contrariati sono emersi da diversi esponenti: “E’ oltraggioso che sette paesi (Russia, Kazakhistan, Kyrgyzstan, Ucraina, Zimbawe, India e Vietnam) trasformino la Convenzione in un’occasione per proteggere i profitti dell’industria dell’amianto invece di proteggere la salute e l’ambiente” ha affermato Kathleen Ruff, co-cordinatrice della Convenzione di Rotterdam.
Fernanda Gianassi, ispettrice del lavoro in Brasile ha affermato di assistere continuamente all’importazione nel suo paese di prodotti contenenti amianto senza etichette e racconta che in Brasile ci sono molte vittime a causa del cancro dovuto all’esposizione di questa fibra: “Dal momento che questi paesi si rifiutano di seguire norme di commercio responsabile, questo forzerà gli altri paesi a cercare altre misure come un bando totale dell’amianto. Questi paesi oggi hanno ottenuto solo una cosa: rimandare di poco il problema, in questo modo si sono isolate dal resto del mondo indignando la maggioranza degli stati che insistevano nell’avere il diritto ad essere informati”.

A Rotterdam era presente una delegazione casalese coordinata da Alessandro Pugno: “Abbiamo assistito al triste annuncio- ha affermato Pugno- L'amianto non è passato, ma rimarrà nell'agenda per la prossima conferenza. I paesi delusi del mancato accordo (la maggioranza) hanno alzato le loro bandiere in segno di protesta”. La delegazione aveva consegnato la lettera di Romana Blasotti Pavesi alla presidentessa della convenzione di Rotterdam, Magdalena Balicka, purtroppo non hanno concesso di leggerla in plenaria per paura di irritare gli animi, nonostante il parere favorevole del nostro Ministro agli Esteri Emma Bonino. Un risultato sfavorevole ma che non ferma la voglia di lottare e continuare ad informare il mondo sulla pericolosià dell’amianto.
Christian Pravatà

PAI: TANTI PERCHE'- faccia a faccia a Oltreponte con l'amministrazione comunale



CASALE - Riunione partecipata giovedì scorso al circolo “Arci Amici di Oltreponte” tra l’amministrazione comunale e gli abitanti per discutere sul PAI. La variante al PRGC classificherà Oltreponte in zona IIB3, in cui il rischio idrogeologico stimato è alto e in cui non si potrà destinare il pianoterra all’uso abitativo o commerciale per i nuovi edifici. A presentare il piano erano presenti il sindaco Giorgio Demezzi, l’assessore all’urbanistica Giampiero Farotto e i tecnici comunali guidati da Roberto Martinotti. Alcuni abitanti avrebbero voluto vedere proiettata la cartina del quartiere in cui sono evidenziate le diverse classificazioni, ma gli amministratori hanno preferito evitare, rendendo così la discussione in alcuni momenti poco chiara, soprattutto quando la parola è andata ai tecnici. Il consigliere di Nuove Frontiere Massimo De Bernardi ha posto alcune domande, raccolte dagli abitanti di Oltreponte, in particolare: “Perché Casale Popolo è stata classificata in area IIIB2 (meno penalizzante) nonostante la frazione abbia subito due alluvioni (’94 e 2000)? Perché la stesura del piano non ha tenuto conto delle opere di sicurezza realizzate con una spesa di circa 40 milioni di euro? Cosa cambierà per le abitazioni esistenti?”. L’ing. Martinotti ha spiegato che: “Le classificazioni vengono fatte a prescindere dalle opere realizzate e dai costi relativi. Questo perché l’evento naturale di riferimento rimane (Il fiume può sempre esondare) insieme al rischio. Per quel che riguarda la differenza di classificazione gli elementi determinanti (nonostante in alcune zone di Oltreponte non sia arrivata l’acqua) sono stati la vicinanza con il Po e la differenza del livello di piena con Casale Popolo. La frazione vicina, seppur colpita due volte, ha avuto in entrambi i casi un livello minore di piena rispetto all’unica alluvione avuta ad Oltreponte”. Per le abitazioni esistenti sia il sindaco che l’assessore hanno spiegato: “Sull’esistente non cambierà niente: chi ha una casa o un negozio a piano terra continuerà ad usufruirne come fa oggi, sul nuovo però chi vorrà costruire dovrà farlo secondo le norme del PAI, senza abitazioni livello strada e su pilotis”. Risposte che comunque non convincono gli abitanti, spaventati dalla conseguente svalutazione degli immobili: “Se nessuno vorrà costruire con questi vincoli, sceglierà altre zone della città più “elastiche” di conseguenza il quartiere si svuoterà e verrà lasciato a sé stesso” affermano.
In questi giorni intanto è giunta notizia dell’interessamento della società Spazio Casale di Mondovì che dovrebbe partire a breve con i lavori nll’area ex Ibl. Il geometra Giuseppe Rivarossa (socio-proprietario) afferma che, una volta approvato il Piano, a settembre dovrebbero partire con la demolizione e relativa ricostruzione. L’area diverrà un centro commerciale con al centro un discount alimentare e intorno una serie di negozi con  marchi d'eccellenza. 
Christian Pravatà