giovedì 20 giugno 2013

Una voce che giunge fino in Brasile: NO ALL'AMIANTO!!!!! (Da "La Vita Casalese" del 20/06/2013)




CURITIBA (Brasile)- “Quattro giorni intensi, ma positivi per la lotta alla lavorazione dell’amianto nel mondo” ha commentato così Bruno Pesce, rientrato pochi giorni fa da Curitiba, capitale dello stato del Paranà in Brasile, dove era stato invitato dalla Procura del Lavoro brasiliana insieme a Nicola Pondrano e ai pubblici ministeri Sara Panelli e Gianfranco Colace. La serie di convegni, incontri con i sindacati e dibattiti con varie associazioni ha segnato una tappa fondamentale per la lotta all’Amianto nel mondo: “Abbiamo trovato molto interesse alla nostra causa- continua Pesce- in particolare per l’eco che il processo di Torino e la storica sentenza (18 anni di reclusione a Stephan Schmidheiny per disastro doloso ambientale permanente) sta piano piano smuovendo la procura in Brasile. Dopo la sentenza del 3 giugno la magistratura brasiliana si sta muovendo per una collaborazione con la procura di Torino in modo da lavorare e riconoscere le responsabilità penali anche in Brasile, dove sono tutt’ora presenti fabbriche dell’Eternit. Fuori Curitiba infatti nella località Apollo si trova la più grande fabbrica Eternit (circa 500 operai) e altre due nel giro di pochi chilometri. Davanti all’interesse e alla voglia di lavorare insieme da parte delle due procure sono corso con il pensiero alla formazione, in un futuro non troppo lontano, di una vera e propria ‘Multinazionale della Giustizia’. Questi giorni ci hanno soddisfatto da questo punto di vista: la lotta che conduciamo da anni è fatta di piccole conquiste e vedere che dall’altra parte del mondo altri lavoratori, associazioni sindacali e famigliari delle vittime vogliano condividere e unirsi a noi ci riempie il cuore di gioia e ci rafforza nell’andare avanti. Le varie indagini che saranno condotte tra Brasile e Italia potrebbero portare per lo stato del Paranà ad accelerare e garantire le rogatorie per ottenere Giustizia e riconoscere anche per il Brasile le responsabilità penali dei dirigenti Eternit”. Tuttavia si sono verificati alcuni eventi poco gradevoli: “Davanti all’auditorium- racconta Pesce- erano presenti alcuni operai delle fabbriche Eternit ancora in attività, con striscioni e magliette che inneggiavano all’innocenza del proprio lavoro e che manifestavano la voglia di non far chiudere gli stabilimenti. ‘Lavoriamo da dieci anni e non abbiamo avuto nessuna malattia’ era scritto su alcuni striscioni, noi abbiamo tentato un dialogo con queste persone ma nessuno di loro ci ha voluto rispondere. Questo episodio fa capire come la campagna di disinformazione e il tentativo di sminuire il rischio di malattie, sia ancora attivo da parte dei dirigenti Eternit”.

Presente la “pasionaria” Fernanda Giannasi, ispettrice del Lavoro a San Paolo, molto conosciuta a Casale, grande punto di riferimento per l’AFEVA, che tra qualche mese andrà in pensione ma che ha già assicurato che continuerà la sua lotta e contribuirà alla formazione dei nuovi ispettori del lavoro che continueranno la sua attività.
Un viaggio dunque breve ma che porta speranza verso una lavorazione che deve essere bandita anche negli altri paesi, come disse il piemme Raffaele Guariniello poco dopo l’Appello del 3 giugno: “La sentenza ha fatto la storia in Italia, ora la deve fare nel mondo”.
Christian Pravatà