E' il simbolo della lotta contro l'amianto, è la
voce delle tante persone che chiedono giustizia nei confronti di quei
potenti che hanno messo al primo posto il profitto rispetto alla
salute degli operai dell'Eternit. Romana Blasotti Pavesi, 86 anni ha
deciso di lasciare la presidenza dell'AFEVA, l'associazione
famigliari e vittime dell'amianto.
Le ragioni di questa scelta sono legate
principalmente all'ingiustizia della sentenza di terzo grado della
cassazione, che nella serata maledetta del 19 novembre scorso ha di
fatto evaporato ogni possibilità di vedere riconosciuto colpevole
Stephan Schmidheiny per il reato di disastro ambientale permanente.
Da quella sera la Romana (così viene riconosciuta da tutti) non è
stata più la stessa: in tanti anni di lotta niente l'aveva fermata:
non l'avevano fermata l'età, il dolore per la perdita di tanti
famigliari tra cui il marito, neanche i viaggi per il mondo,
realizzati per diffondere ed informare tutti che la lavorazione
dell'amianto va bandita in tutto il pianeta. A fermarla ci ha pensato
l'ingiustizia di quella sentenza:
«Come faccio - dice in un'intervista rilasciata
alla Stampa- ad accettare che non c’è stata giustizia per le
vittime? Che, per via della prescrizione, sono come “sparite”? Ma
quei giudici sapevano bene che cosa è accaduto a Casale? La loro
sentenza ci ha tagliato fuori». «Ci hanno tolto tutte le
possibilità di vedere riconosciuto un colpevole della tragedia che
c’è stata e che continua».
Giustizia, è sempre stata questa l'unica cosa che
le interessava, chi la conosce e ha seguito con lei tutte le udienze
del processo eternit aveva ascoltato diverse volte i suoi discorsi,
in cui non riusciva nonostante tutto ad avere rancori verso i
signori dell'amianto “Vogliamo giustizia non vendetta” diceva
Romana.
La mancanza della carica di certo non la fermerà
nella sua battaglia nell'informare il mondo, e siamo sicuri che il
suo lavoro sarà portato avanti dall'AFEVA.
In cuor suo Romana adesso spera di poter vedere
realizzata la collinetta della memoria, che dovrebbe sorgere
sull'area dell'ex fabbrica Eternit, i cui lavori sono cominciati ma
sono tuttora fermi. E, più di tutto, spera che le promesse avute da
Renzi, Boldrini e Grasso sull’introduzione del reato di disastro
ambientale nel Codice penale siano vere: «Vale per l’amianto e per
tutti i veleni. Non si può morire per lavorare senza che poi nessuno
venga punito!» afferma.
Romana non ricoprirà altre cariche ma rimarrà
sempre la guida di questa lunga battaglia, il lavoro svolto da lei in
tanti anni è una grossa eredità per tutti i casalesi e questo
impegno non potrà andare perduto.
Di seguito il discorso d'addio di Romana, pubblicato dagli amici di Voci della Memoria e Casalenews: