venerdì 3 maggio 2013

Romana Blasotti Pavesi, il simbolo della lotta all'amianto nel mondo

Romana Blasotti Pavesi è il simbolo della lotta all'amianto nel mondo. Laura Curino l'ha definita "Una nonna a forma di... nonna" metaforicamente può essere la nonna di tutti i casalesi. 83 anni, da 32 impegnata nell'ottenere Giustizia per le vittime dell'Eternit, per far sì che la Ricerca possa trovare nuove cure per il Mesotelioma e informare il più possibile (e correttamente) la popolazione mondiale sulla cancerosità dell'amianto.
Romana è un esempio di come le battaglie vadano affrontate, con lo spirito mai "spento" nonostante le continue sconfitte e le cadute che lungo questo lunghissimo percorso purtoppo i famigliari delle vittime incontrano...
Quando penso alle varie inchieste che conduco per il mio giornale "La Vita Casalese" faccio riferimento al suo esempio, perchè più gli argomenti sono delicati, più si fa presto a trovare il solito "muro di gomma" degli organismi coinvolti.
"C'è sempre speranza..." ricorda spesso Romana, e con questo esempio di coraggio e tenacia possiamo guardare al futuro più fiduciosi. Il 13 febbraio 2012 il tribunale di Torino ha condannato i dirigenti Eternit a 16 anni di reclusione, il 3 giugno prossimo ci sarà la sentenza d'appello, per la quale tutti noi ci auguriamo che la condanna venga confermata.
La strada è lunga, continuiamo così: informiamo, discutiamo, ma non dimentichiamoci mai di quello che è successo qui...

(nel video: Romana parla ai alvoratori il 1 maggio 2013- video degli amici di "Voci della Memoria")

Christian Pravatà

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martedì 30 aprile 2013

Questa è Oltreponte!






CASALE- Oltreponte è il quartiere di Casale Monferrato separato dal resto della città dal ponte stradale che attraversa il fiume Po. Mi piace paragonarlo a Brooklyn, il quartiere operaio di New York collegato a Manhattan dal Ponte di Verrazzano.
Anche Oltreponte, come Brooklyn, fu costruito negli anni del Dopoguerra per le famiglie degli operai delle fabbriche. Dall’altra parte del ponte, invece, il centro storico.
Come gli operai di Brooklyn guardano al di là del fiume sperando di trovare un “posto al sole” nella “fashion” Manhattan, così gli abitanti di Oltreponte guardano al centro storico di Casale, con i suoi monumenti e i tantissimi negozi, uffici, ristoranti, banche…senza dubbio la parte più bella della città.
In epoca Napoleonica, sorgeva a Oltreponte soltanto una fortificazione chiamata “Testa di Ponte”, che proteggeva la città di Casale dagli assalti esterni. La prima casa venne costruita solo in epoca recente: ovvero nel 1934, dove ora sorge l’ex Marietti. Prima di allora a Oltreponte c’erano solamente vecchie costruzioni e baracche di pescatori, l’attuale via Adam neanche esisteva.
Un quartiere che assomiglia ad un paesino, non solo fisicamente, essendo appunto separato da Casale dal fiume Po, ma perché i quasi 3000 abitanti si conoscono tutti, hanno la propria parrocchia, le scuole (Asilo nido, scuola materna e scuola elementare), la squadra di calcio (la Junior) e persino la propria “festa patronale” che si svolge ogni anno nel mese di maggio. In questo periodo dell’anno, infatti, nel 1959 venne inaugurata la Parrocchia “Assunzione di Maria Vergine”. La parrocchia ha visto succedersi parroci di grande carisma e personalità come don Pietro Palena, S.E. Card. Severino Poletto, don Mario Fornaro, don Paolo Busto, don Leonardo Modica e don Renato Dalla Costa (attualmente in carica). La parrocchia festeggia la Madonna nella seconda domenica di maggio, giorno in cui la statua presente in chiesa (Madonna con il bambino Gesù in braccio, interamente scolpita nel legno) viene portata in processione per le vie del quartiere. Una tradizione che esiste da oltre 50 anni e che gli abitanti onorano ogni volta con rinnovato affetto e infinito zelo, adornando i balconi delle proprie case con lumini e lenzuoli bianchi: come nelle migliori tradizioni “paesane”.
Oltreponte vive la sua vita indipendente, facendosi bastare quello che ha e cercando di fare quello che può: forse per questo non stupisce il forte attaccamento che gli abitanti nutrono nei confronti di questo rione, nel bene e nel male.
“Io vado in città”: è questa l’espressione tipica usata dagli “Oltrepontini” quando si tratta di attraversare il ponte per andare a fare la spesa, incontrare il proprio amore o raggiungere il posto di lavoro: una frase che racchiude il senso di appartenenza al quartiere.
Comunque, al di là della valenza socio-culturale racchiusa nella suddetta espressione, il vero senso di unità lo abbiamo sentito nei giorni drammatici dell’alluvione del 2000. Un disastro davvero impensabile che ci ha colpiti duramente: strade e case allagate, negozi distrutti, garage divelti, cadaveri di animali… abbiamo visto di tutto. In seguito armati di pazienza abbiamo infilato i nostri stivali, ci siamo tirati su le maniche e abbiamo ripulito, sostenendoci l’un con l’altro, dimenticando anche vecchi rancori tra vicini…Nella sua drammaticità l’alluvione ha tirato fuori questo e molti altri aspetti di solidarietà: da allora possiamo dire di sentirci ancora più “comunità”.
Proprio da questi sentimenti è nata la voglia di non essere dimenticati dalla città, di continuare a far sentire la nostra voce, e ci siamo riusciti attraverso il comitato volontario: “SìAmo Oltreponte” che, ispirandosi al ruolo e all’attività dei vecchi consigli di quartiere ha garantito una forma di rappresentanza autonoma e organizzata ai cittadini, mettendoli nelle condizioni di poter dialogare con le Istituzioni.
Amiamo il nostro quartiere perché ci siamo nati, perché abitiamo o abbiamo le nostre attività commerciali a Oltreponte. Non siamo solo semplici cittadini con obiettivi precisi e voglia di fare, ma siamo anche un gruppo di amici e desideriamo fare qualcosa per il posto in cui viviamo e in cui coltiviamo i nostri interessi. Dare vita a un gruppo associativo attivo è un diritto spontaneo e fondamentale garantito dalla Costituzione, infatti il nostro gruppo ha trovato un nome, fissa gli obiettivi e si riunisce periodicamente.

PO: l'isola che c'è! Risposta dell'AIPO alla situazione di Casale





CASALE (c.p.) - La grande “isola” e il ghiaione che durante l’estate scorsa ha creato una spiaggia al centro del fiume Po (di fronte alla Canottieri) non verrà rimosso perché non identifica una situazione critica. A confermarlo la responsabile AIPO di Parma (Area idrografica piemontese) architetto Claudia Chicca: “Relativamente alla “pulizia” dell’alveo attraverso la rimozione di parti vegetate o depositi impropri di materiale di grosse dimensioni, gli Uffici Operativi AIPo di Casale Monferrato e Alessandria mi  hanno rassicurato sul fatto che non sembrano esistere situazioni critiche; le stesse foto mostrano bellissime immagini del “grande fiume” con gli isolotti e i “ghiaioni” che ne sono parte integrante e qualificante senza presenza di materiale di deposito improprio”.
La responsabile ha risposto alle nostre domande dopo essere stati “rimbalzati” prima dal geometra Eligio Di Mascio (AIPO di Casale), poi dall’ingegnere Carlo Martino Condorelli (AIPO di Alessandria). Dopo la situazione di allerta dello scorso anno, quando il Po aumentò la sua portata dopo le piogge autunnali, è stata evidenziata da diversi enti e associazioni come la pulizia dell’alveo del fiume sia una priorità negli interventi di prevenzione delle emergenze, a rafforzare questa tesi la recente legge Regionale 10: “Con la  Deliberazione n.13-12388 del 26/10/2009  la Giunta regionale ha approvato il primo programma operativo del “Programma di gestione dei sedimenti alluvionali dell’alveo del fiume Po-Stralcio da confluenza Stura di Lanzo a confluenza Tanaro” (precedentemente  adottato dal Comitato Istituzionale del Bacino del Po)  definendo i principi attraverso i quali giungere all’attuazione degli interventi. Con la citata DGR n.13-12388 la Regione Piemonte ha  quindi approvato un primo programma operativo che contiene gli studi di fattibilità relativi agli interventi n.1 e n.7 (Confluenza Po-Dora Baltea: apertura canali laterali (intervento n.1-Dora Baltea) e (Confluenza Po - Sesia: apertura canale ‘intervento n.7-Sesia’) ed ha individuato, secondo criteri di massima, le procedure amministrative da applicare per la realizzazione degli interventi”. Pertanto, in base a tali atti le località in cui si deve pervenire alla movimentazione di sabbia e ghiaia sono esclusivamente quelle citate.
Chicca afferma inoltre che: “L’assetto idraulico di un corso d’acqua non è valutabile “a vista” non fosse altro che perché, ad esempio,  alcune delle principali problematiche hanno un andamento  anti intuitivo.
L’eccesso di prelievo e di scavo nei corsi d’acqua ha determinato in moltissime situazioni approfondimenti del fondo alveo che hanno messo in pericolo la stabilità di ponti e strade. Il fiume ritrova da solo, attraverso il continuo processo di deposito, scavo e meandrizzazione (scostamenti laterali e creazione di nuovi letti e rami) il suo assetto naturale a condizione, ovviamente,  di lasciare libere da impedimenti le aree delle regioni fluviali a tale scopo destinate.
Per cui in primo luogo occorre distinguere: la “pulizia”  deve  essere intesa come asportazione di quella sola parte di materiale sedimentale (per la gran parte costituito da materiale legnoso, o vegetazionale) che può contribuire a ostruire le luci dei ponti e dunque ad aggravare le condizioni di rischio.
Gli interventi di asportazione e movimentazione di “ghiaia” o sabbia devono avere, invece, lo scopo di sorreggere il raggiungimento dell’assetto naturale del corso d’acqua contribuendo a ridurre, ove necessario, l’abbassamento del fondo e a incrementare, ove possibile, il processo di rinaturalizzazione dell’alveo”.

OLTREPONTE: IL 9 MAGGIO 2013 INCONTRO PUBBLICO PER IL PAI



CASALE (c.p.)- Giovedì 9 maggio 2013 presso il circolo ex Arci di Oltreponte (davanti ai campi della Junior Calcio) si terrà l’incontro pubblico tra l’amministrazione comunale e i cittadini per discutere sul PAI, la cui variante al PRGC è stata discussa e approvata il 10 aprile in Consiglio Comunale. L’incontro, chiesto dai cittadini e dal comitato SìAmo Oltreponte, è aperto a tutti, saranno presenti l’assessore all’urbanistica Giampiero Farotto, il sindaco Giorgio Demezzi e i tecnici comunali per discutere e rispondere alle domande dei presenti. Seguiranno altri due incontri: il 14 a Casale Popolo e il 16 a Terranova.

PAI: L'intervista all'assessore all'urbanistica Giampiero Farotto



CASALE- L’assessore all’urbanistica Giampiero Farotto risponde alle domande sull’approvazione del PAI e sui cambaimenti che apporterà ad Oltrpeonte e Terranova.
Ora che il quartiere di Oltreponte e parte di Terranova sono classificate in area IIIB3 cosa cmabierà per le costruzioni residenziali abitative?
“Oggi con questo tipo di prescrizione non sarà più possibile destinare il piano terra ad abitazioni. Il garage rimane una pertinenza, se ne potranno costruire di nuovi sempre secondo la prescrizione, oppure anche una caldaia, basta che non sia un’abitazione. Sulle abitazioni esistenti non cambierà in sostanza nulla. Le limitazioni riguarderanno le costruzioni ex novo. Noi seguiamo le disposizioni di legge per identificare queste aree di rischio alluvione”.
 Spieghi bene perchè ci sono due differenze sostanziali: a Casale Popolo e in parte di Terranova saranno previsti nuovi ampliamenti e nuove costruzioni, a Oltpeonte solo recuperi di aree dismesse, perché questo divario?
“ La differenza è il risultato della classificazione, anche se certe aree hanno subito due alluvioni mentre altre una sola, la differenza è il blocco di nuove costruzione. Oltreponte è un’area fortemente antropizzata, quindi con un forte carico di edifici costruiti, non mi preoccuperei del fatto di non fare nuove costruzioni, poiché le aree disponibili sono poche, mi preoccuperei degli edifici già presenti.
“Nella stesura del piano  - prosegue - c’è stata un’interpretazione di leggi e norme. I tecnici hanno dimostrato di aver seguito queste indicazioni, a Oltreponte ci sono norme più stringenti, come la costruzione su pilotis che io trovo di buon senso per la sicurezza degli abitanti. L’area sotto pilotis diventa un comodo parcheggio coperto. La spesa maggiore di costruzione è proporzionata alla sicurezza, l’area sotto non fa cubatura per il discorso IMU e TARES. La presenza della prescrizione che salva dal pericolo è una garanzia in più dell’immobile”.
Queste prescrizioni però si potevano avere anche con la classificazione IIIb2
“Due comuni vicino Trino e Morano, sono sempre dentro l’area C. Trino ha 3 areee: 3b2 3b3 e 3b4, morano 3b1 e 3b2, nei confronti a livello di prescrizione sugli immobili la loro b1 corrisponde alla nostra b2 e la loro b2 corrisponde alla nostra b3. Entrambi i comuni hanno terminato le loro modifiche alla variante prima del 2008, dopo le conclusioni degli studi AIPO. Noi abbiamo aree con problematiche diverse sia di tipo idraulico che di tipo franoso”
Come amministrazione avete calcolato la perdita del valore immobiliare sul territorio?
“Questo è un dato che contesto assolutamente, il rischio idrogeologico del nostro comune esiste e ci sarà sempre, per l’AIPO è sotto controllo e noi ci fidiamo, ci sono tecnici che hanno firmato opere. Da parte nostra non c’è mai stata alcuna interferenza con il lavoro dei tecnici, abbiamo sempre detto di salvaguardare i beni pubblici e privati, con la “cura del  buon padre di famiglia”, perché dove ci sono delle limitazioni bisogna usare buon senso. Penso che il mercato immobiliare sia già abbastanza stagnante, dopo l’approvazione del piano spero che si rianimi, e che avremo un quadro generale con le cose da fare (penso molte) e che non si possono realizzare (credo poche). Abbiamo voluto spingere sulla conclusione del piano perché riteniamo sia preferibile qualche limitazione a fronte di una chiarezza in termini di costruzione. Se fossimo stati disattenti su questo aspetto, la Regione per prima sarebbe intervenuta nel correggerci.
Cosa dice agli abitanti delle aree che hanno una casa o un negozio?Cosa cambierà per loro?
Oggi l’AIPO dice che i loro beni sono in sicurezza, conto su quello che dicono i tecnici. Cambia che avranno la possibilità di poter dire “voglio fare una modifica, con la classificazione chiara so che la mia casa o negozio ha un certo valore e so cosa potrò fare e cosa no”.
Alcuni documenti analizzati in consiglio comunale non erano precisi, dati e foto erano sbagliate, come lo spiega?
Se io faccio vedere foto vecchie, anch’io ho qualche chilo in meno, è ovvio che parlavamo dello stato dell’epoca, l’analisi fatta anche su Trino sono solo analisi partite dal 2000 fino ad oggi, sono stati considerate tutte le mutazioni del territorio. La cultura del “sospetto” di alcuni è per me infondata”.
Da quando e con quale metodo i cittadini potranno portare le osservazioni?
“La pubblicazione è avvenuta dal 16 aprile e varrà 30 giorni. I documenti saranno visibili sull’albo pretorio (anche online) o reperibili nei nostri uffici di via Mameli, i cittadini potranno far pervenire documenti, foto o video presso la nostra segreteria”.
Farete come amministrazione il giro delle aree interessate per parlare con la popolazione?
“Voglio incontrare le popolazioni dei quartieri e frazioni interessate, spero di avere anche la compgnia, oltre dei cittadini, dei colleghi dell’opposizione, visto che abbiamo votato tutti a favore in consiglio comunale. Entro la fine di aprile vorrei già incontrare gli abitanti di Oltreponte”.
Christian Pravatà

Oltreponte: quale futuro?



CASALE (c.p.)- Mercoledì 10 aprile è stata approvata in consiglio comunale la delibera riguardante il PRG preliminare relativo alle zone alluvionate '94 e 2000. Per quanto riguarda Oltreponte la classificazione risulta IIIB3. Questa classificazione di fatto impedisce la costruzione di nuovi edifici e in caso di rifacimento c'è l'obbligo di costruire su piloti lasciando vuoto il piano terra o al più utilizzarlo come garage. Naturalmente se ci sarà l'obbligo di assicurare gli stabili è possibile che i relativi premi saranno decisamente più onerosi. Gli abitanti del quartiere, in particolare il comitato SiAmo Oltreponte, non si sentono tuttavia tutelati da questa decisione: “L'intenzione è quella sacrosanta di salvaguardare le vite umane in caso di calamità alluvionale- affermano- cosa che in questo quartiere è successa nel 2000 per colpevoli inadempienze delle  autorità preposte al controllo e alla manutenzione degli argini. Ora viene detto che il quartiere potrà rinascere a nuova vita. Una cosa certa è che nessun imprenditore localizzerà un'attività produttiva in questo quartiere sia per i vincoli imposti sia per i costi di edificazione. Se l'attività fosse commerciale visto il tipo di costruzione occorre fare chiarezza sull'entità della tassa IMU e TARES dato che la superficie risultante occupata è il doppio della superficie utilizzata. Risulta quindi alquanto difficile una riqualificazione del quartiere”. Uno scenario che lascia poche soluzioni per il quartiere: “L'unica soluzione potrebbe essere abbattere le aree industriali dismesse e farne un parco e/o orti per quei pochi abitanti che rimarranno. Con queste prospettive saremo noi abitanti di Oltreponte a consigliare ai nostri figli e nipoti di trovare una sistemazione in una zona più "sicura" perché siamo poco considerati e tanto trascurati dal resto della città” concludono i membri del comitato.