CASALE
(c.p.) -
La grande “isola” e il ghiaione che durante l’estate scorsa ha creato una
spiaggia al centro del fiume Po (di fronte alla Canottieri) non verrà rimosso
perché non identifica una situazione critica. A confermarlo la responsabile
AIPO di Parma (Area idrografica piemontese) architetto Claudia Chicca:
“Relativamente alla “pulizia” dell’alveo attraverso la rimozione di parti
vegetate o depositi impropri di materiale di grosse dimensioni, gli Uffici
Operativi AIPo di Casale Monferrato e Alessandria mi hanno rassicurato sul fatto che non sembrano
esistere situazioni critiche; le stesse foto mostrano bellissime immagini del
“grande fiume” con gli isolotti e i “ghiaioni” che ne sono parte integrante e
qualificante senza presenza di materiale di deposito improprio”.
La responsabile ha risposto alle
nostre domande dopo essere stati “rimbalzati” prima dal geometra Eligio Di
Mascio (AIPO di Casale), poi dall’ingegnere Carlo Martino Condorelli (AIPO di
Alessandria). Dopo la situazione di allerta dello scorso anno, quando il Po
aumentò la sua portata dopo le piogge autunnali, è stata evidenziata da diversi
enti e associazioni come la pulizia dell’alveo del fiume sia una priorità negli
interventi di prevenzione delle emergenze, a rafforzare questa tesi la recente
legge Regionale 10: “Con la
Deliberazione n.13-12388 del 26/10/2009
la Giunta regionale ha approvato il primo programma operativo del
“Programma di gestione dei sedimenti alluvionali dell’alveo del fiume
Po-Stralcio da confluenza Stura di Lanzo a confluenza Tanaro”
(precedentemente adottato dal Comitato
Istituzionale del Bacino del Po)
definendo i principi attraverso i quali giungere all’attuazione degli
interventi. Con la citata DGR n.13-12388 la Regione Piemonte ha quindi approvato un primo programma operativo
che contiene gli studi di fattibilità relativi agli interventi n.1 e n.7
(Confluenza Po-Dora Baltea: apertura canali laterali (intervento n.1-Dora
Baltea) e (Confluenza Po - Sesia: apertura canale ‘intervento n.7-Sesia’) ed ha
individuato, secondo criteri di massima, le procedure amministrative da
applicare per la realizzazione degli interventi”. Pertanto, in base a tali atti
le località in cui si deve pervenire alla movimentazione di sabbia e ghiaia
sono esclusivamente quelle citate.
Chicca afferma inoltre che:
“L’assetto idraulico di un corso d’acqua non è valutabile “a vista” non fosse
altro che perché, ad esempio, alcune
delle principali problematiche hanno un andamento anti intuitivo.
L’eccesso di prelievo e di scavo
nei corsi d’acqua ha determinato in moltissime situazioni approfondimenti del
fondo alveo che hanno messo in pericolo la stabilità di ponti e strade. Il
fiume ritrova da solo, attraverso il continuo processo di deposito, scavo e
meandrizzazione (scostamenti laterali e creazione di nuovi letti e rami) il suo
assetto naturale a condizione, ovviamente,
di lasciare libere da impedimenti le aree delle regioni fluviali a tale
scopo destinate.
Per cui in primo luogo occorre
distinguere: la “pulizia” deve essere intesa come asportazione di quella
sola parte di materiale sedimentale (per la gran parte costituito da materiale
legnoso, o vegetazionale) che può contribuire a ostruire le luci dei ponti e
dunque ad aggravare le condizioni di rischio.
Gli interventi di asportazione e
movimentazione di “ghiaia” o sabbia devono avere, invece, lo scopo di
sorreggere il raggiungimento dell’assetto naturale del corso d’acqua contribuendo
a ridurre, ove necessario, l’abbassamento del fondo e a incrementare, ove
possibile, il processo di rinaturalizzazione dell’alveo”.
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