martedì 30 aprile 2013

PO: l'isola che c'è! Risposta dell'AIPO alla situazione di Casale





CASALE (c.p.) - La grande “isola” e il ghiaione che durante l’estate scorsa ha creato una spiaggia al centro del fiume Po (di fronte alla Canottieri) non verrà rimosso perché non identifica una situazione critica. A confermarlo la responsabile AIPO di Parma (Area idrografica piemontese) architetto Claudia Chicca: “Relativamente alla “pulizia” dell’alveo attraverso la rimozione di parti vegetate o depositi impropri di materiale di grosse dimensioni, gli Uffici Operativi AIPo di Casale Monferrato e Alessandria mi  hanno rassicurato sul fatto che non sembrano esistere situazioni critiche; le stesse foto mostrano bellissime immagini del “grande fiume” con gli isolotti e i “ghiaioni” che ne sono parte integrante e qualificante senza presenza di materiale di deposito improprio”.
La responsabile ha risposto alle nostre domande dopo essere stati “rimbalzati” prima dal geometra Eligio Di Mascio (AIPO di Casale), poi dall’ingegnere Carlo Martino Condorelli (AIPO di Alessandria). Dopo la situazione di allerta dello scorso anno, quando il Po aumentò la sua portata dopo le piogge autunnali, è stata evidenziata da diversi enti e associazioni come la pulizia dell’alveo del fiume sia una priorità negli interventi di prevenzione delle emergenze, a rafforzare questa tesi la recente legge Regionale 10: “Con la  Deliberazione n.13-12388 del 26/10/2009  la Giunta regionale ha approvato il primo programma operativo del “Programma di gestione dei sedimenti alluvionali dell’alveo del fiume Po-Stralcio da confluenza Stura di Lanzo a confluenza Tanaro” (precedentemente  adottato dal Comitato Istituzionale del Bacino del Po)  definendo i principi attraverso i quali giungere all’attuazione degli interventi. Con la citata DGR n.13-12388 la Regione Piemonte ha  quindi approvato un primo programma operativo che contiene gli studi di fattibilità relativi agli interventi n.1 e n.7 (Confluenza Po-Dora Baltea: apertura canali laterali (intervento n.1-Dora Baltea) e (Confluenza Po - Sesia: apertura canale ‘intervento n.7-Sesia’) ed ha individuato, secondo criteri di massima, le procedure amministrative da applicare per la realizzazione degli interventi”. Pertanto, in base a tali atti le località in cui si deve pervenire alla movimentazione di sabbia e ghiaia sono esclusivamente quelle citate.
Chicca afferma inoltre che: “L’assetto idraulico di un corso d’acqua non è valutabile “a vista” non fosse altro che perché, ad esempio,  alcune delle principali problematiche hanno un andamento  anti intuitivo.
L’eccesso di prelievo e di scavo nei corsi d’acqua ha determinato in moltissime situazioni approfondimenti del fondo alveo che hanno messo in pericolo la stabilità di ponti e strade. Il fiume ritrova da solo, attraverso il continuo processo di deposito, scavo e meandrizzazione (scostamenti laterali e creazione di nuovi letti e rami) il suo assetto naturale a condizione, ovviamente,  di lasciare libere da impedimenti le aree delle regioni fluviali a tale scopo destinate.
Per cui in primo luogo occorre distinguere: la “pulizia”  deve  essere intesa come asportazione di quella sola parte di materiale sedimentale (per la gran parte costituito da materiale legnoso, o vegetazionale) che può contribuire a ostruire le luci dei ponti e dunque ad aggravare le condizioni di rischio.
Gli interventi di asportazione e movimentazione di “ghiaia” o sabbia devono avere, invece, lo scopo di sorreggere il raggiungimento dell’assetto naturale del corso d’acqua contribuendo a ridurre, ove necessario, l’abbassamento del fondo e a incrementare, ove possibile, il processo di rinaturalizzazione dell’alveo”.

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