sabato 14 febbraio 2015

Romana Blasotti Pavesi lascia la presidenza di AFEVA

E' il simbolo della lotta contro l'amianto, è la voce delle tante persone che chiedono giustizia nei confronti di quei potenti che hanno messo al primo posto il profitto rispetto alla salute degli operai dell'Eternit. Romana Blasotti Pavesi, 86 anni ha deciso di lasciare la presidenza dell'AFEVA, l'associazione famigliari e vittime dell'amianto.
Le ragioni di questa scelta sono legate principalmente all'ingiustizia della sentenza di terzo grado della cassazione, che nella serata maledetta del 19 novembre scorso ha di fatto evaporato ogni possibilità di vedere riconosciuto colpevole Stephan Schmidheiny per il reato di disastro ambientale permanente. Da quella sera la Romana (così viene riconosciuta da tutti) non è stata più la stessa: in tanti anni di lotta niente l'aveva fermata: non l'avevano fermata l'età, il dolore per la perdita di tanti famigliari tra cui il marito, neanche i viaggi per il mondo, realizzati per diffondere ed informare tutti che la lavorazione dell'amianto va bandita in tutto il pianeta. A fermarla ci ha pensato l'ingiustizia di quella sentenza:
«Come faccio - dice in un'intervista rilasciata alla Stampa- ad accettare che non c’è stata giustizia per le vittime? Che, per via della prescrizione, sono come “sparite”? Ma quei giudici sapevano bene che cosa è accaduto a Casale? La loro sentenza ci ha tagliato fuori». «Ci hanno tolto tutte le possibilità di vedere riconosciuto un colpevole della tragedia che c’è stata e che continua».
Giustizia, è sempre stata questa l'unica cosa che le interessava, chi la conosce e ha seguito con lei tutte le udienze del processo eternit aveva ascoltato diverse volte i suoi discorsi, in cui non riusciva nonostante tutto ad avere rancori verso i signori dell'amianto “Vogliamo giustizia non vendetta” diceva Romana.
La mancanza della carica di certo non la fermerà nella sua battaglia nell'informare il mondo, e siamo sicuri che il suo lavoro sarà portato avanti dall'AFEVA.
In cuor suo Romana adesso spera di poter vedere realizzata la collinetta della memoria, che dovrebbe sorgere sull'area dell'ex fabbrica Eternit, i cui lavori sono cominciati ma sono tuttora fermi. E, più di tutto, spera che le promesse avute da Renzi, Boldrini e Grasso sull’introduzione del reato di disastro ambientale nel Codice penale siano vere: «Vale per l’amianto e per tutti i veleni. Non si può morire per lavorare senza che poi nessuno venga punito!» afferma.
Romana non ricoprirà altre cariche ma rimarrà sempre la guida di questa lunga battaglia, il lavoro svolto da lei in tanti anni è una grossa eredità per tutti i casalesi e questo impegno non potrà andare perduto.

Di seguito il discorso d'addio di Romana, pubblicato dagli amici di Voci della Memoria e Casalenews:



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