giovedì 30 maggio 2013

Eternit: lunedì 3 giugno la sentenza d'Appello, VOGLIA DI GIUSTIZIA



TORINO- Si sono concluse lunedì scorso le udienze del processo d’Appello. Ad una settimana di distanza dalla morte di uno degli imputati, il barone Louis de Cartier, i suoi difensori e quelli di Stephan Schmidheiny hanno portato in aula le ultime repliche. I legali difensori del barone hanno consegnato il suo certificato di morte e la Corte ha nominato un perito per accertarne l’autenticità in lingua fiamminga. Luigi Ferrando, responsabile UIL di Casale commenta così: “La morte del barone belga De Cartier, primo imputato nel processo Eternit giunto alla vigilia della sentenza di appello, rimette in discussione un iter processuale praticamente concluso. Davanti alla morte ci si inchina, sia pure senza ipocriti attestati di condoglianze, resta per noi la ricerca di un nuovo percorso per ottenere i sacrosanti risarcimenti per tutti i nostri assistiti. Come UIL valuteremo, di concerto con le altre associazioni e con le avvocature di paesi stranieri, tutti i percorsi, cause civili, o quant’altro può servire, dandoci disponibili anzi stimolando, ogni iniziativa che la circostanza imporrà”. Il calendario del processo non cambia, lunedì 3 giugno verrà pronunciata la sentenza d’Appello, in cui verrà dichiarato per il belga il reato estinto per “Morte del reo”, mentre si procederà verso lo svizzero.
Durante l’udienza di lunedì, i difensori di Schmidheiny, gli avvocati Astolfo Di Amato e Carlo Alleva hanno replicato alle tesi dell’accusa, ponendo l’attenzione sugli investimenti effettuati per la sicurezza degli stabilimenti. “Furono investiti circa 75 miliardi di lire- afferma la difesa- verso Eternit Italia, in gran parte spesi per la messa in sicurezza. Quindi non è corretto ciò che afferma l’accusa, secondo cui alla sicurezza fu anteposto il profitto, non è corretto. La condanna ha le sembianze di una manipolazione del diritto, conseguenza di una lesione al principio di legalità”. Secondo la difesa dunque fu manipolata la sentenza di primo Grado in cui gli imputati sono stati condannati a sedici anni di reclusione per disastro doloso ambientale permanente. Una replica che non regge, perché smentita dai fatti, sia perché la strage è stata causata (ed è ancora in atto) sia perché i difensori non sono riusciti a dimostrare come questa somma sia defluita in Eternit Italia.
Si guarda dunque a lunedì 3 giugno dove alle 9,30 verrà comunicato l’esito della verifica e nel pomeriggio i giudici leggeranno la sentenza. Da Casale si stanno predisponendo i pullman cui sono già iscritti oltre 300 persone, altri pullman arriveranno dalla Francia, presenti infine giornalisti da tutta Italia e dall’estero in particolare Svizzera e Belgio.
Christian Pravatà

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