TORINO- In attesa della sentenza d’Appello del 3
giugno si stanno concludendo a Torino le repliche delle udienze preliminari. “La
vicenda Eternit, come l’Ilva di Taranto sono accomunate da un elemento
fondamentale: il tentativo da parte della proprietà di depistare e minimizzare
il rischio derivato da certe lavorazioni industriali” con queste parole
Raffaele Guariniello ha tenuto l’ultima replica delle accuse lunedì in
tribunale. “Grazie alle vittime dell’amianto- ha continuato il pm- siamo
riusciti a capire che il disastro aveva una sola regia, la proprietà che sapeva
del rischio. Le nostre conclusioni ci portano a chiedere per Stephan
Schmidheiny e Louis De Cartier vent’anni di reclusione per disastro doloso
permanente. Per noi non esiste la possibilità di prescrizione: il mesotelioma è
una malattia che impiega decenni a svilupparsi nell’organismo, quindi il reato
è da considerarsi consumato nella data in cui si è verifi ato il disastro
(altrimenti si prescriverebbe un reato prima che questo si realizzi)”. Concordi
con l’accusa anche la procura, mentre Inail e Inps insistono perché venga
riconosciuto il diritto degli enti al risarcimento. Intanto è emerso che a
Bagnoli la magistratura di Napoli ha sequestrato l’area ex Eternit, poiché la
rimozione e la bonifica non sono state ancora compiute, nonostante le
affermazioni rassicuranti del teste Gianfranco Caligiuri. La prossima udienza
si terrà oggi, in cui replicheranno le società responsabili civili.
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