CASALE - Riunione partecipata giovedì scorso al circolo
“Arci Amici di Oltreponte” tra l’amministrazione comunale e gli abitanti per
discutere sul PAI. La variante al PRGC classificherà Oltreponte in zona IIB3,
in cui il rischio idrogeologico stimato è alto e in cui non si potrà destinare
il pianoterra all’uso abitativo o commerciale per i nuovi edifici. A presentare
il piano erano presenti il sindaco Giorgio Demezzi, l’assessore all’urbanistica
Giampiero Farotto e i tecnici comunali guidati da Roberto Martinotti. Alcuni
abitanti avrebbero voluto vedere proiettata la cartina del quartiere in cui
sono evidenziate le diverse classificazioni, ma gli amministratori hanno
preferito evitare, rendendo così la discussione in alcuni momenti poco chiara,
soprattutto quando la parola è andata ai tecnici. Il consigliere di Nuove
Frontiere Massimo De Bernardi ha posto alcune domande, raccolte dagli abitanti
di Oltreponte, in particolare: “Perché Casale Popolo è stata classificata in
area IIIB2 (meno penalizzante) nonostante la frazione abbia subito due
alluvioni (’94 e 2000)? Perché la stesura del piano non ha tenuto conto delle
opere di sicurezza realizzate con una spesa di circa 40 milioni di euro? Cosa
cambierà per le abitazioni esistenti?”. L’ing. Martinotti ha spiegato che: “Le
classificazioni vengono fatte a prescindere dalle opere realizzate e dai costi
relativi. Questo perché l’evento naturale di riferimento rimane (Il fiume può
sempre esondare) insieme al rischio. Per quel che riguarda la differenza di
classificazione gli elementi determinanti (nonostante in alcune zone di
Oltreponte non sia arrivata l’acqua) sono stati la vicinanza con il Po e la
differenza del livello di piena con Casale Popolo. La frazione vicina, seppur
colpita due volte, ha avuto in entrambi i casi un livello minore di piena
rispetto all’unica alluvione avuta ad Oltreponte”. Per le abitazioni esistenti
sia il sindaco che l’assessore hanno spiegato: “Sull’esistente non cambierà
niente: chi ha una casa o un negozio a piano terra continuerà ad usufruirne
come fa oggi, sul nuovo però chi vorrà costruire dovrà farlo secondo le norme
del PAI, senza abitazioni livello strada e su pilotis”. Risposte che comunque
non convincono gli abitanti, spaventati dalla conseguente svalutazione degli
immobili: “Se nessuno vorrà costruire con questi vincoli, sceglierà altre zone
della città più “elastiche” di conseguenza il quartiere si svuoterà e verrà
lasciato a sé stesso” affermano.
In questi giorni intanto è giunta notizia
dell’interessamento della società Spazio Casale di Mondovì che dovrebbe partire
a breve con i lavori nll’area ex Ibl. Il geometra Giuseppe Rivarossa (socio-proprietario)
afferma che, una volta approvato il Piano, a settembre dovrebbero partire con
la demolizione e relativa ricostruzione. L’area diverrà un centro commerciale
con al centro un discount alimentare e intorno una serie di negozi con marchi
d'eccellenza.
Christian Pravatà
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